Dal 20 gennaio 2025 (data di pubblicazione sul BURC, Bollettino Ufficiale Regione Campania), sul sito on line del Comune di Ariano irpino, presso la Segreteria comunale e l’Area tecnica, è consultabile, il “Piano Strutturale-Variante al Piano Urbanistico Comunale” (n.288) adottato il 30 dicembre 2024. Nei 60 giorni previsti, potranno esserci osservazioni di cittadini, categorie professionali e associazioni. Nel contempo, una discussione pubblica riguarderà scelte e proposte di sviluppo delle aree destinate alla programmazione di interventi e infrastrutture sovracomunali, relative alla piattaforma logistica di Santa Sofia e alla Stazione Hirpinia, che, secondo il tono trionfalistico della vice-sindaca e assessora all’Urbanistica, Grazia Vallone, aprirebbe “prospettive di sviluppo europee e sulle rotte commerciali mediterranee”. Annunci roboanti, su un’ideale città del futuro, che contraddicono i fatti: a 9 mesi dalla fine della legislatura e a 5 anni dal primo insediamento, delle criticità negli anni sollevate, che cosa ha risolto in concreto l’amministrazione Franza?                                                                                                                                                              Le zone rurali                                                                                            Il territorio di Ariano è molto esteso e costituito da circa 80 contrade, che abbisognano dei servizi fondamentali: strade, acquedotto, illuminazione, gas, impianti fognari, come il recente inquinamento dell’acqua verificatosi in diverse contrade, per la contaminazione con i pozzi neri, evidenzia ancora una volta. Quanto all’acqua, il Comune, che ha ottenuto ben 4 milioni di euro dalla Regione Campania, avrebbe dovuto rifare da tempo le condotte, anche per scongiurare le continue chiusure del prezioso bene a causa delle enormi perdite da rotture, che da anni si ripresentano puntuali in estate e talvolta (come nel 2024), persino in inverno.                                                            Il centro storico                                                                                                    Una sorta di deserto, vivacizzato da scalmanata movida notturna, più intensa in estate e un po’ meno in inverno, in condizioni fatiscenti da anni, è il decantato centro storico, in cui non solo non si armonizza nulla del preesistente, magari recuperando antichi archi medievali, caseggiati, vicoli, chiese, ma dove sporco ed erbacce predominano, perché gli operatori ecologici non puliscono con regolarità e la presenza di alcuni locali della rumorosa movida notturna, incentiva gli incivili di turno a lasciare ovunque, compreso davanti alle porte, bottiglie, bicchieri, cartacce, talvolta persino bisogni fisiologici. E che dire delle molestie acustiche fin oltre le 3 di mattina (grazie alla delibera del sindaco) sparando decibel di rumori assordanti (non musica) in barba ad anziani, malati, gente che semplicemente vorrebbe esercitare il diritto al riposo? E non bastasse, di coloro che, ubriachi e storditi dal rumore, continuano sotto le finestre a urlare fino all’alba o a strombazzare coi claxon? Il grado di civiltà di una collettività si misura dal rispetto che esercita verso ognuno dei suoi componenti. In svariate occasioni abbiamo suggerito, inascoltati, che queste sorti di sgangherati rave party, si svolgano in un posto disabitato, dove non arrechino fastidio ad alcuno.         I parcheggi e le strade                                                                                              Da anni denunciamo la fatiscenza in cui si trovano i 3 parcheggi pubblici in struttura, dei quali 2 non sono mai stati aperti e il terzo, quello del Calvario, è in funzione, ma pericoloso per l’incolumità: andrebbe chiuso e messo in sicurezza. Piuttosto che ristrutturare i parcheggi e mettere in sicurezza anche le spesso disconnesse strade che portano al centro, si è preferito rifare ben 5 piazze: erano davvero necessarie? Nel frattempo, la ex Russo-Anzani, ora Girolamo Angeriano, continua a sprofondare, in particolare nell’ultimo tratto (zona Sambuco), dove fino ad alcuni mesi fa era transennata da un lato, per poi passare al lato opposto: per non smentire quel “temporaneo” che negli anni diviene definitivo!                   Un velo pietoso lo stendiamo poi sulla toponomastica e sui numeri civici: altra annosa questione irrisolta!                                L’estate arianese                                                                     Un pullulare di iniziative, dalle sagre alle rievocazioni, che spesso si sovrappongono, da giugno a settembre, raggiungono il clou in agosto, quando gli eventi musicali predominano. Notevoli le cifre sborsate per i concerti, soprattutto nel 2024, qualcuno di particolare qualità: ma era davvero necessario sperperare denaro pubblico per i numerosi eventi in cartellone? Un’amministrazione parsimoniosa avrebbe privilegiato pochissimi eventi (di qualità) o avrebbe scelto quelli sponsorizzati dai privati, impiegando il denaro pubblico per fornire servizi. Non si dimentichi inoltre che, nonostante una manifestazione cinematografica estiva ormai di lungo corso, Ariano non è dotata nemmeno di una vera sala cinematografica o di una struttura multisala, dove poter alternare cinema e teatro, non l’uno a scapito dell’altro, come avviene attualmente per l’Auditorium comunale: eppure l’assessora è anche insegnante, dovrebbe essere sensibile a questi temi! E a proposito di cultura, era il caso di sperperare per una (improbabile) “scultura” in legno in villa o per far distribuire a casaccio pezzi di ceramica pavimentati, di fronte alla cattedrale?                                                                                                    Ex Complesso Giorgione    Al di là del discutibile impatto estetico (brutalismo architettonico), il complesso, destinato a diventare un istituto alberghiero, avrebbe dovuto essere ultimato, dopo due anni di lavori, il 29 dicembre 2021. Dopo 5 anni, i lavori sono ancora in corso e non è dato sapere se e quando finiranno!                                Il Polo museale                       Il Polo didattico della ceramica (ubicato presso l’ex ospedale di Ariano), custode di ben 1.280 pezzi, su cui il 30 agosto 2024 si è tenuta una conferenza per promuovere il progetto multimediale, è chiuso in realtà da due anni. Non bastasse, abbiamo scoperto di recente il progetto di farne un ostello per la gioventù, come se mancassero case sfitte o locali adeguati da destinare a un simile uso.                        La Stazione Hirpinia                                                                                                                                      Si esalta la costruenda Stazione Hirpinia, ma nel frattempo, non si riesce a dirimere il banale ma intasato traffico di Cardito, un problema che stressa da anni ogni malcapitato automobilista, ormai quasi a ogni ora del giorno. Per non parlare della mancata realizzazione dell’arteria Manna-Tre Torri.  E alla decantata Stazione Hirpinia, sappiamo quanti treni si fermeranno? E quando finiranno realmente i lavori? Nel frattempo, nell’ottica dell’efficientamento dei servizi alla collettività, non sarebbe stato utile e opportuno ripristinare alcune fermate del treno della stazione di Ariano Irpino, come ad esempio, quelle per Benevento e per Roma? Obiettivi ed occasioni mancate che avrebbero potuto costituire le precondizioni per lo sviluppo. Scomodando l’architetto britannico Thomas Adams, l’Urbanistica, nel pianificare lo sviluppo delle comunità urbane, deve “assicurare condizioni di vita e di lavoro salubri e sicure, fornire adeguate ed efficienti forme di trasporto e promuovere il benessere pubblico, cercando di ottimizzare vie di comunicazione, uso del suolo, costruzioni e strutture”, obiettivi ben lontani dallo scenario arianese.                                                                                                 In sintesi, cara Grazia Vallone, più che a voli pindarici, si dovrebbe guardare a migliorare la qualità della vita, di chi di quell’urbe (o quel che è), fa parte. Non vorremmo che quel tanto esaltato futuro della città, parafrasando qualcuno, fosse già “alle spalle”.                                               Floriana Mastandrea, portavoce Comitato SAT (Salute, Ambiente, Territorio)

Di Floriana Mastandrea

Giornalista, scrittrice, sociologa: per una società più equa, la giustizia giusta e i diritti, soprattutto per i più deboli. Combattente per indole e per necessità.