Al Comune di Ariano da molto, troppo tempo, non c’è un assessore che si occupi della cultura, uno spazio che attualmente appare occupato dalla dotta della giunta, la vice-sindaca, professoressa Grazia Vallone, ma anche dalla sorella del sindaco, Guglielma Franza, che non si sa bene a che titolo lo faccia, e se sia in contenzioso con la Vallone o collabori in maniera disinteressata. Il sindaco, che si è ripreso la delega della dimissionaria assessora Maria Elena De Gruttola, sta a guardare: gli basta il rumore fino alle 3 di mattina dei vari locali per sentirsi appagato del suo ruolo. Ma in effetti, perché il sindaco si dovrebbe preoccupare della cultura? Negli anni, molti degli spazi culturali di Ariano sono stati eliminati o trasformati. Il complesso Giorgione è rimasto un nostalgico rimpianto negli arianesi ultracinquantenni. Al suo posto doveva sorgere il polo di eccellenza alberghiero e agro-alimentare, un fiore all’occhiello che avrebbe dovuto essere ultimato il 29 dicembre 2021. Siamo verso la fine del 2024 e non si sa ancora se e quando sarà realmente ultimato. Esisteva, non molti anni fa, il Museo archeologico, ma è scomparso nel nulla. Si è ormai platealmente scoperto che il Polo didattico della ceramica, di cui molti cartelli turistici indicano il percorso per giungere a visitarlo, è invece chiuso da circa due anni. Rimane il Museo civico e della ceramica, che è aperto per due ore al mattino per cinque giorni e due ore per due pomeriggi: sabato e domenica, il museo è chiuso, per la gioia dei turisti. La Giunta Franza ha pubblicizzato il percorso turistico del Castello normanno, ma in realtà si tratta di un percorso sopra al castello: non sono visitabili gli spazi interni. Nel castello c’era il Museo delle armi normanne, che si sarebbe dovuto ampliare, invece è stato chiuso: è rimasta la targa. Nessuna traccia del famoso museo dei reperti fossili del Miocene, proposto dalla vice-sindaca. Il Museo diocesano è chiuso: per visitare il Museo degli argenti bisogna prendere appuntamento. Palazzo Forte, un immobile del XV secolo, già sede della sottoprefettura di Ariano, è desolatamente vuoto, anche se ospita, in una piccola parte, il Museo della ceramica. Nell’immobile che ospita la civica biblioteca, una targa indica il Centro europeo degli studi normanni, ma è da anni chiuso al pubblico. Ariano però può vantare un perla: Palazzo Bevere-Gambacorta. Il Comune, usando finanziamenti pubblici europei, ha acquistato il palazzo dagli eredi Gambacorta e, sempre usando finanziamenti pubblici europei, lo ha completamente ristrutturato per darlo in uso ai privati. Attualmente, sulle targhe si legge: “Centro europeo di studi normanni”, “Museo della civiltà normanna”, “Museo della armi in asta Mario Troso”, “Uiip”, e sulla facciata del palazzo, le scritte “Biogem” e “Uiip”. Quindi il Centro europeo di studi normanni, occupa ben due immobili di proprietà comunale, pertanto le armi normanne piuttosto che nel Castello, sono collocate in un palazzo che certamente non è di epoca normanna. Non si sa se per l’utilizzo del palazzo sia stato fatto un bando, come non si sa se l’utilizzo dei locali sia a titolo gratuito o se qualcuno dei privati paghi un canone, se la manutenzione ordinaria e straordinaria sia a carico degli inquilini o della proprietà, vale a dire, il Comune. Ad Ariano c’è un’unica sala cinematografica, l’auditorium: c’è chi sostiene che non sia a norma e se così fosse, il Comune dovrebbe fare gli interventi per renderla utilizzabile. Se non fosse a norma, non si può certo utilizzare per convegni o teatri. Da oltre dieci anni in estate si svolge una meritevole iniziativa, “Ariano International Film Festival”: si valorizza il cinema, si proiettano anche dei film presso l’auditorium comunale, per circa una settimana, ma per il resto dell’anno la sala rimane inutilizzata. Nella stagione cinematografica 2023 – 2024, c’è stato chi si era offerto di gestire la sala, ma il Comune ha fatto orecchio da mercante. Ha ragione il sindaco Franza: hanno fatto un deserto, quindi non serve colmare il posto vacante di assessore alla cultura… o no? Aleandro Longhi, Coordinatore Comitato SAT (Salute, Ambiente, Territorio)
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