“Dobbiamo essere il cambiamento che vogliamo generare intorno a noi, aprendo il mondo a tutti quelli rimasti fuori: senza la base, scordatevi le altezze”, ha detto Elly Schlein all’apertura del suo tour da candidata alla segreteria del PD, che non a caso, ha scelto lo slogan “Parte da noi!” Da quel 4 dicembre 2022 ne è passato di tempo ed Elly sta girando l’Italia in lungo e in largo, riscuotendo sempre maggior successo: viene accolta con entusiasmo dai più giovani ai più anziani. Energia e passione allo stato puro, la Schlein (cognome ebraico di cui va fiera) incarna speranza e rinnovamento: quello che serve al Partito democratico, che con lei ritroverebbe finalmente la sinistra smarrita, da cui “ripartire per costruire l’unità di tutta la sinistra”, argomento che sta molto a cuore alla candidata segretaria. Come le stanno a cuore, oltre alla mobilitazione per la pace, gli altri temi troppo a lungo trascurati: diritti umani e sociali; giustizia sociale e ambientale; contrasto alla povertà e alle disuguaglianze, anche territoriali; salario minimo e lotta alla precarietà; Sud; sanità territoriale; parità, congedo paritario, occupazione femminile, lotta al patriarcato, femminismo; scuola; terzo settore; emergenza climatica, conversione ecologica e futuro sostenibile; legge sui caregiver; antifascismo; lotta all’evasione fiscale, alla corruzione, alle mafie, fino al cambiamento della legge elettorale, rimarcando che, finché rimarrà l’obbrobrio attuale, per scegliere chi candidare in Parlamento, serviranno le primarie. Il progetto politico che intende promuovere è dettagliatamente espresso nel suo ultimo libro: “La nostra parte. Per una giustizia sociale e ambientale, insieme” (Mondadori 2022). Una base di circa 25.000 persone sta sostenendo la Schlein, la cui ambizione è recuperare entusiasmo e fiducia di quel vasto popolo deluso e disaffezionato alla politica, che negli ultimi tempi ha disertato le urne o, per protesta, ha votato a destra: un popolo abbandonato, da anni in attesa di risposte. Elly crede fermamente nella partecipazione dal basso, nel confronto delle idee. “Siate liberi, non vergognatevi di ciò che avete da dire, la coerenza paga” – esorta durante i suoi coinvolgenti incontri. E ha ragione: la sua storia parla per lei. Del PD dall’identità ibrida, coacervo di culture politiche e sensibilità diverse, che si è spesso sbilanciato al centro e talvolta a destra, intende “cambiare visione, volti e metodi, coinvolgendo anzitutto le donne, i giovani e le migliori energie, scelti non in base alla fedeltà, ma alla competenza: è tempo di costruire una valida visione alternativa alle destre e di trovare il coraggio di virare finalmente a sinistra” – sostiene convinta. Se si vuole una significativa inversione di rotta che conduca a un reale cambiamento del PD (che come lei stessa afferma, altrimenti è destinato a morire), a rappresentare le istanze dei più deboli, allora alle primarie del 26 febbraio 2023 non si può che votare segretaria, una donna indipendente, coraggiosa, dinamica e competente, capace di generare partecipazione e fiducia: se, nel recupero della sua antica missione, la politica è fatta per servire, allora Elly Schlein è ciò che serve alla politica del PD, se non si vuole che quel partito si estingua. Note biografiche (tratte da https://www.ellyschlein.it) Elena Ethel Schlein nasce a Lugano da madre italiana e padre americano, il 4/05/1985: terza figlia (ha un fratello e una sorella). Il nonno materno è Agostino Viviani, avvocato senese e fervente antifascista. Il nonno paterno, Harry Schlein, è emigrato negli Stati Uniti da una famiglia dell’Europa orientale che ha conosciuto le tragedie del Novecento. Elly ha cittadinanza italiana, svizzera e statunitense. Dopo la maturità al liceo di Lugano, nel 2004 si trasferisce a Bologna, dove nel marzo 2011 si laurea col massimo dei voti in Giurisprudenza (tesi in Diritto costituzionale). Nel 2008, di fronte all’epocale sfida tra Barack Obama e John McCain per la presidenza degli USA, Elly parte per Chicago e fa da volontaria nella campagna elettorale di Obama. Esperienza che racconta in un blog e dalla quale scaturirà la sua passione per la comunicazione politica, e la sua insistenza per costruire campagne “grassroots”, fatte a filo d’erba, in modo collettivo. Tornerà a Chicago anche nel 2012, a formare i nuovi volontari per la rielezione di Obama. Sempre nel 2012 Elly, appassionata di cinema (dal 2003 frequenta il Festival internazionale del Film di Locarno e scrive recensioni per testate e blog), collabora come segretaria di produzione al documentario Anija-La nave, sull’immigrazione albanese in Italia attraverso l’Adriatico negli anni Novanta. Il lavoro vince il David di Donatello 2013 come miglior documentario. Nello stesso anno, Elly gira con Pippo Civati una video-inchiesta sui fondi italiani non dichiarati in Svizzera. Nell’aprile 2013, nei convulsi giorni dell’elezione del Presidente della Repubblica e dei 101 franchi tiratori che affossano la candidatura di Romano Prodi, Elly dà vita con molti altri, alla mobilitazione nazionale di protesta OccupyPD, contro le larghe intese. A giugno, organizza a Bologna l’iniziativa “102idee per cambiare”, una giornata per la partecipazione di iscritti ed elettori alle scelte del Partito Democratico, da cui nascono 102 proposte per la rinascita politica di un vero centrosinistra. L’indomani i ragazzi di OccupyPD consegnano a Prodi la loro maglietta, “Siamo più di 101”. Ancora nel 2013, Elly gira l’Italia in settanta tappe, insieme a Civati, nella campagna per la segreteria PD, con l’entusiasmo di chi vuole cambiare il PD per cambiare il Paese. In seguito, viene eletta in Assemblea e Direzione nazionale. Nel 2014 è candidata alle elezioni europee: una nuova sfida, in cui coinvolge i cittadini in una mobilitazione collettiva, a piedi, in mezzo alla gente. La campagna #slowfoot è stata il suo modo per immaginare insieme un futuro sostenibile e per ascoltare le esigenze delle persone e del territorio. Il 25 maggio 2014 Elly viene eletta al Parlamento europeo (VIII legislatura) con 54.802 preferenze. Entra nelle Commissioni Sviluppo (DEVE), Libertà civili giustizia e affari interni (LIBE) e Parità di genere (FEMM), diventa Vicepresidente della Delegazione alla Commissione SAPC UE-Albania, e Co-presidente dell’Intergruppo ITCO su Integrità, Trasparenza, Anti-corruzione e criminalità organizzata. Il 6 maggio 2015, a seguito dell’approvazione dell’Italicum, della riforma della scuola e del Jobs Act e per le fratture insanabili con la linea del governo Renzi, Elly lascia il PD insieme a Pippo Civati e altri compagni di battaglie. Il 21 giugno 2015 lanciano insieme Possibile, che diventa partito nell’aprile 2016. Sempre nel 2016, Elly viene nominata relatrice per il gruppo Socialista e Democratico sulla riforma del Regolamento di Dublino, la norma che stabilisce quale Stato membro è responsabile per ogni richiesta d’asilo presentata nell’UE. Dopo due anni e 22 riunioni di delicato negoziato, in cui ha presentato un impianto di 145 emendamenti, volto a cancellare il criterio ipocrita del primo Paese di accesso ed assicurare un’equa condivisione delle responsabilità tra tutti i Paesi europei, nel novembre 2017, una votazione storica di un’ampia maggioranza del Parlamento europeo, approva una proposta di riforma rivoluzionaria: la cancellazione del criterio del primo Paese di ingresso, per sostituirlo con un meccanismo di ricollocamento automatico e permanente, che da un lato valorizzi i legami significativi dei richiedenti asilo e dall’altro, obblighi tutti gli Stati europei a fare la propria parte sull’accoglienza. Nel 2017 Elly vince anche il premio Mep Awards per il Deputato dell’anno sui temi dello Sviluppo, grazie al suo impegno nella Commissione Sviluppo (DEVE), prima come relatrice del Parlamento sul contrasto ad evasione ed elusione fiscale nei Paesi in via di Sviluppo, poi sui nuovi Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile al 2030 (SDGs) e sul nesso tra migrazioni e sviluppo. Alle elezioni regionali del gennaio 2020 guida la lista Emilia-Romagna Coraggiosa e viene eletta nell’Assemblea legislativa regionale. Grazie al risultato della lista e alle oltre 22.000 preferenze, riceve l’incarico di Vice-presidente e Assessora al contrasto alle diseguaglianze e transizione ecologica (dal 28/2/2020 al 24/10/2022). Il 25 settembre 2022, candidatasi come indipendente nella lista Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista, viene eletta deputata.
Floriana Mastandrea