“Arte e regolatezza, altro che mancanza di regole e disciplina: forse riferendosi al modo di vita, si è affibbiata alla figura dell’artista, sbagliando, la romantica definizione di genio e sregolatezza, ma non è una valutazione corretta. Qui non vedrete nature morte, barchette in mare e simili, non c’è una sola opera banale. Dietro a ogni opera c’è un’indagine, un porsi una problematica, una ricerca, una soluzione nuova, una critica, un’idea politica, un sentimento. L’arte è un esercizio attivo: così come l’amore si impara amando, anche l’arte si impara praticandola, non dimenticando mai la disciplina. Arte e artigianato sono strettamente connesse, un tempo non esisteva la parola artista, bensì quella di artigiano, si faceva l’artierato. Quando Leonardo Da Vinci già molto noto, offrì i suoi servigi agli Sforza a Milano, in una lettera si presentò definendosi Messer Leonardo da Vinci, di mestiere pitturatore, aveva cioè, il senso del mestiere. E oggi, uno dei principali problemi ci certa “arte” contemporanea (lasciatemi usare la parola arte tra virgolette), consiste proprio nell’aver perso il senso del mestiere: molti artisti sono convinti di fare arte semplicemente sentendo, percependo, ma questo non è sufficiente da solo”. È quanto ha detto il Maestro Mario Ferrante, che dirige la scuola da cui provengono gli artisti, intervenendo ad Ariano Irpino, all’apertura della seconda edizione della Mostra di arte contemporanea, presso il Polo Didattico e Scientifico del Museo Civico e della Ceramica (ex Ospedale San Giacomo).
Undici gli artisti, che espongono in totale quarantaquattro opere: Chiara Tretola, Cristina Capitanio, Enrico Ristori, Felice Minicozzi, Gabriella Iannelli, Michelina De Iesu, Paolo Cella, Sandro Pontillo, Sofia Boscaino, provenienti da Benevento e dintorni, Roberto Albanese e Rossana Scaperrotta, da Ariano. Ancora Ferrante: “Dirigere una bottega d’arte è stata l’esperienza più importante e formativa della mia storia umana e artistica. Avere il privilegio di vivere il confronto continuo con persone che hanno deciso di condividere la mia stessa vocazione, mi ha dato molto più di quanto abbia trasmesso. Questo evento espositivo vuol essere l’atto coraggioso di un gruppo di artisti che intende presentare il frutto della propria ricerca per avere quell’incontro con i fruitori, fonte primaria di soddisfazione, come ripago di tanto studio ed impegno. Imparare a decifrare le formule che generano il lessico personale, diverso per ogni artista, è un’esperienza emozionante per l’osservatore, ma forse lo è ancor di più per l’autore”. La mostra è visitabile la mattina (il Polo Didattico è ubicato in Via Tranesi, 7A), dalle ore 9 alle 12, fino al 19 agosto.
Breve scheda di Mario Ferrante
Nasce a Roma nel 1957, ma le sue radici affondano nella più classica e coinvolgente cultura brasiliana che permea tutte le sue opere, in un percorso artistico che comincia fin da piccolissimo. Alcune mostre personali nella capitale, gli consentono di scalare le vette del mondo dell’arte nazionale e internazionale, grazie al supporto del progetto “Alitalia per l’arte”. In particolare espone a: Berlino, Praga, New York e Montecarlo. Con le sue opere ha anche collaborato ad alcuni film: Allacciate le cinture di Ferzan Ozpetek, Manuale d’amore 3 di Giovanni Veronesi, nonché, per Sky-tv, a Dov’è Mario? di Edorado Gabriellini. Ha scritto Diario di un ritrattista, Edizioni Albatros (2021).
Attualmente vive ed opera a Benevento, dove ha creato una bottega d’arte frequentata da allievi di ogni età.
Floriana Mastandrea